Vicopisano,
fino al 1560 circa, sorgeva su un colle alla confluenza
di due importanti corsi d'acqua: l'Arno,
che consentiva il collegamento con Pisa ed il mare e
l'Auser
(o
Serezza) che
metteva in comunicazione con il
Lago di Bientina o di Sextum, e quindi
con la Lucchesia. Appare quindi più chiara la sua
importanza strategica, oggi difficilmente intuibile a
causa dei numerosi interventi di bonifica succedutisi
nei secoli.
È probabile che il colle di Vicopisano fosse già
abitato in
epoca etrusca, visti i
recenti ritrovamenti in varie località del comune di
ceramica databile a partire dal
V sec. a.C e
forse nel
periodo romano dovevano
esistere degli insediamenti nella pianura circostante
l'Arno, probabilmente fattorie, di cui si conservano
scarse tracce nei toponimi prediali
(Bassiliano,
Cesano).
Dell'epoca
successiva al crollo dell'impero romano l'unica labile
testimonianza di insediamenti può essere rintracciata
nel toponimo longobardo
Sala (ovverosia
appezzamento di terreno) di cui si ritrova traccia nel
nome medievale di Vicopisano:
Auseris Sala corrottosi
successivamente in
Auserissola.
Dai
primi documenti scritti (X sec.) sappiamo che nella
zona vi erano proprietà dei Marchesi Obertenghi, che
con tutta probabilità costruirono sul colle il
Castello di Auserissola citato già a
partire dal
975. Il
Castello offriva riparo in caso di pericolo, ma
consentiva anche un più facile sviluppo dei commerci e
degli scambi, proprio per la protezione che poteva
offrire in caso di attacco da parte dei nemici, per
tale motivo attrasse al suo interno anche la
popolazione del borgo di
Vicus (l'antico
insediamento non difeso posto ai piedi del colle, nei
pressi della primitiva Pieve di S. Maria, di cui si ha
traccia nel
primo documento
relativo a Vicopisano del
934), che
iniziò a risiedere anche all'interno del Castello
facilitandone in questo modo lo sviluppo. Quando gli
Obertenghi si disfecero dei loro possessi in
Toscana,
Vicus Auserissola (toponimo
che indica l'ormai avvenuta fusione dei due siti) venne
progressivamente acquisito dai Vescovi di Pisa (XII
sec.)
Grande importanza proveniva a Vicopisano dall'essere
situato a ridosso dei due corsi d'acqua succitati, che
permettevano al Castello di svolgere anche importanti
funzioni economiche, vista la relativa semplicità con
cui potevano essere varate barche e navigli, per cui i
Vicaresi potevano commerciare a medio raggio sia con
Pisa che con la Lucchesia. Attorno al XII sec. vi
furono sicuramente molte famiglie (Moriconi,
Moricotti, Da Vico) che, pur
essendo originarie del Castello di Vico, possedevano
però proprietà anche in Pisa e facevano parte anche
della sua classe dirigente. In questo periodo
Vicopisano partecipò attivamente alle fortune marinare
della classe mercantile pisana, venendo presto ad
accogliere tra le proprie mura un ceto di persone
abbastanza ricche che iniziò a costruire
case e torri facendo
assumere a Vico l'aspetto di una vera e propria piccola
città.
Testimonianza
della dinamicità sociale di Vico medievale è data anche
dal grande numero di chiese allora presenti nel paese,
delle quali oggi si conserva solamente la
Chiesa di Santa Maria (XII sec.);
nel medioevo erano presenti le Chiese di:
San Leonardo, di
San Francesco (con
convento annesso),
San Simone,
San Michele,
Santo Stefano, la
Compagnia di
San Bartolomeo, il
monastero femminile di
Santa Maria Maddalena e
due ospedali.
La sostanziale unitarietà di intenti tra ceto mercantile e potere politico religioso portò grandi vantaggi a Pisa ed anche ai suoi più fedeli alleati, tra i quali Vico. Quando questa unitarietà si interruppe (a partire dal XIII sec.) all'autorità vescovile, che aveva ampi possedimenti nella zona, ed in particolare sulla sommità del colle, si sostituì la potente Repubblica Pisana che rese Vicopisano pedina fondamentale nell'organizzazione militare del suo contado; nel 1230 è infatti citato come sede di Capitania, ovversia una delle circoscrizioni militari in cui era suddiviso il Contado pisano.
La fine del XIII sec. segnò però l'inizio del declino di Pisa, contrastata per mare da Genova e per terra da Firenze e Lucca. Gli eventi bellici che in quegli anni imperversarono in tutta la zona portarono sicuramente ad un blocco delle attività commerciali, con conseguenti danni economici che si tradussero in una minore attività edilizia (non a caso la maggior parte delle torri e palazzi ancora presenti a Vicopisano sono databili al XII-XII sec., mentra al XIV sec. si attribuiscono la maggior parte delle sopraelevazioni e dei rifacimenti). Per sopportare la pressione dei nemici Vicopisano, già avvantaggiato dalla facilità con cui poteva essere difeso (era infatti circondato da fiumi che ne alimentavano i fossati e rendevano assai difficoltoso l'assedio ai nemici) fu ulteriormente fortificato e dotato di una Rocca (1330). Il Castello riuscì a respingere gli assalti nemici sino al 1406, anno in cui Vico, e successivamente Pisa, caddero per la prima volta in mano di Firenze.
La nuova padrona sfruttò a proprio vantaggio la buona
posizione del borgo, adottando per esso una politica
diversa da altri centri della zona di cui furono
smantellate le difese militari; Vico invece fu
rifortificata seguendo il progetto di
Filippo Brunelleschi, che
lasciò un'impronta indelebile nelle fortificazioni
vicaresi costruendo la
Rocca Nuova (1434-1438).
Vicopisano, salvo breve periodi (1494-1498 e 1502)
rimase possesso di Firenze, che ne perpetuò il ruolo
amministrativo che già aveva sotto Pisa, rendendola
sede del
Vicariato del Valdiserchio e del Valdarno
Inferiore.
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